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DECENTRAMENTO E PARTECIPAZIONE

di

Gianmaria Marchetta e Vincenzo Martines

Il tema della partecipazione dei cittadini nelle scelte politiche ed amministrative riguardanti il territorio è punto centrale del programma della coalizione. La partecipazione non vuole però essere solamente un tema all’interno del programma elettorale, bensì diventare lo strumento e il metodo attraverso il quale vengono affrontati tutti gli altri che lo costituiscono. Questa scelta parte dalla consapevolezza di dover necessariamente effettuare un cambio di passo rispetto al tradizionale metodo di prendere le decisioni da parte di chi ne detiene tale facoltà. Il territorio e la conoscenza di esso da parte dei cittadini, delle associazioni e degli attori che lo abitano non possono essere lasciati fuori da un meccanismo decisionale che la coalizione vuole ridefinire, in un nuovo sistema che supera la semplice logica della rappresentanza. È necessario trasferire pezzi del potere politico centrale ai cittadini, in una condivisione di scelte e responsabilità nell’amministrazione del territorio. Potenziare e rafforzare quindi gli strumenti di democrazia diretta già presenti nello statuto ed ampliarli con nuovi, che fanno riferimento alle teorie della democrazia partecipativa e deliberativa attraverso l’elaborazione della “Carta sulla Partecipazione”. Un tipo di partecipazione che si fonda sul confronto e sul dialogo tra cittadini organizzati e non, cittadini e amministrazione, attraverso interazioni e conflitti tra i diversi attori dove, partendo da punti di vista diversi, si riesca a giungere a una visione comune della soluzione da adottare. Un tipo di partecipazione che ha come fine ultimo quello di generare “capitale sociale” nelle persone, ovvero quell’ insieme di relazioni interpersonali informali e risorse, materiali o meno, che ogni individuo o gruppo sociale ottiene grazie alla partecipazione a una rete di relazioni basate sui principi di reciprocità e mutuo riconoscimento, ricreando quella fiducia nei confronti delle istituzioni che si sta perdendo.

In questo disegno, la stessa amministrazione comunale deve farsi promotrice di un comportamento virtuoso, adottando un modello di governance aperto e partecipato nelle scelte che la competono, le quali abbiano un rilevante impatto sulla vita dei cittadini oppure siano strategiche per quanto riguarda la città di Udine attraverso l’istituzione del “DIBATTITO PUBBLICO CITTADINO”. Ad esempio, per citare situazioni concrete passate che potranno ripresentarsi in futuro, il “caso via Mercatovecchio” piuttosto che la rigenerazione urbana che sta proseguendo in 3° Circoscrizione, fino ad arrivare a temi di area vasta come la gestione dei servizi con l’UTI e la trasformazione dello Stadio, dovranno essere approcciate con questa modalità di presa delle decisioni. Porsi un obiettivo di questa portata vuol dire intraprendere un percorso di definizione, sperimentazione e istituzionalizzazione di un nuovo sistema partecipativo che non può prescindere da un decentramento funzionale dell’amministrazione comunale, in una riorganizzazione delle unità periferiche già presenti.

Circoscrizioni e Quartieri. Le Circoscrizioni vengono qui intese come decentramento funzionale di servizi e attività svolte a livello centrale. Bisogna effettuare un’attenta valutazione sulla possibilità di riattivare quelle dormienti e potenziare quelle già presenti. Queste devono quindi essere riempite di significato sia dal punto di vista simbolico, per offrire una presenza di prossimità del Comune e permettere al cittadino e agli attori del Quartiere di potersi relazionarsi immediatamente con esso, sia da un punto di vista operativo e quindi di personale comunale presente in esse per la gestione dei servizi decentrati. I Quartieri realizzano invece il decentramento politico del potere decisionale per un nuovo modello di governance partecipata, raggruppando ciascuno al suo interno più Circoscrizioni e definendo un ambito di operatività politica della cittadinanza su una specifica zona della città. I nuovi strumenti partecipativi conferiranno un potere di intervento diretto da parte dei singoli cittadini, delle associazioni, dei comitati, dei commercianti, degli enti e delle istituzioni che vivono Udine, che permetterà di avviare “PROCESSI PARTECIPATIVI”, condivisi dall’amministrazione e dalla cittadinanza, per prendere insieme una decisione avvertita come rilevante. Una nuova declinazione della partecipazione non più solo mediata dai corpi intermedi formalizzati come rappresentanti degli interessi economici o non formalizzati come le associazioni locali, ma implementata attraverso il coinvolgimento diretto dei singoli cittadini residenti nei territori. La stessa definizione fisica dei Quartieri deve risultare un percorso condiviso, tenendo presente le criticità del territorio, le caratteristiche simili o dissimili, le caratteristiche sociologiche e demografiche della popolazione etc. Questa definizione geografica e organizzativa permetterà anche l’assegnazione di un budget ad ogni Quartiere per attuare, attraverso dei processi partecipativi che coinvolgano i cittadini, possibili progetti o interventi per la gestione del territorio. Saranno definiti gli ambiti e i settori di intervento all’interno dei quali poter presentare dei progetti partecipati (ad es. Ambiente, Welfare, Urbanistica e Rigenerazione urbana etc.) e i parametri e le caratteristiche di accesso richieste per poter avviare un processo (ad es. la raccolta firme da parte di una certa percentuale dei residenti nel Quartiere piuttosto che della popolazione residente nella Città, oppure la sottoscrizione di un accordo tra associazioni ed Enti, la fattibilità dell’intervento in termini di competenza decisionale e risorse a disposizione etc.)

Per poter realizzare tutto questo sarà necessario individuare un organo politico di riferimento per ogni Quartiere, che svolga un ruolo di garanzia nella presa in gestione e attuazione dei processi partecipativi e di supervisione dell’attività nel territorio. La presenza di un Assessore al Decentramento e alla Partecipazione si rende necessaria all’interno di questo progetto di ridefinizione del meccanismo decisionale. Il “Delegato di Quartiere” deve essere inoltre ridefinito, potenziando e riconoscendo un ruolo politico di indirizzo del Quartiere, individuato tra i Consiglieri comunali eletti.

 

DIBATTITO PUBBLICO CITTADINO:

Il “Dibattito Pubblico” è una procedura di coinvolgimento degli attori e delle popolazioni, che tenta di garantire una piena e trasparente conoscenza e informazione in merito alle caratteristiche dell’intervento da realizzare e offre la possibilità a coloro che sono direttamente interessati di potersi esprimere a riguardo. L’istituzione del Dibattito pubblico permetterà quindi, ai cittadini o attori locali contrari, di richiedere, nella fase antecedente a qualsiasi atto amministrativo emanato in merito, che vengano discussi pubblicamente gli obbiettivi e le caratteristiche progettuali. La domanda di organizzare un dibattito pubblico può essere avanzata dal soggetto proponente il grande intervento, il Comune o il soggetto privato proponente l’intervento, oppure da almeno la metà dei cittadini che hanno compiuto sedici anni, regolarmente residenti nel territorio comunale.

Al fine di raggiungere questo scopo, il dibattito pubblico prevede alcune caratteristiche fondamentali:

  • l’elaborazione e pubblicazione di un dossier esplicativo del progetto in oggetto, esaustivo in merito ai contenuti e le caratteristiche dell’opera; inoltre deve essere semplice nella forma del linguaggio tale da rendere la comprensione accessibile a tutti e fornire le conoscenze fondamentali su cui si svilupperà poi il dibattito;

  • la calendarizzazione di assemblee e incontri pubblici aperti a tutti i cittadini e stakeholders in modo da poter discutere sulle opportunità e le criticità dell’intervento da realizzare, informare e ascoltare gli attori, valutare le possibili alternative, compresa la non realizzazione dell’opera;

  • la redazione di un rapporto finale circa gli esiti ed il percorso affrontato nel corso del dibattito pubblico, la sua pubblicazione in varie forme in modo da garantirne la massima diffusione e la pubblicizzazione della decisione, dove questa può avere tre esiti finali: proseguire, modificare o sospendere dell’opera;

PROCESSI PARTECIPATIVI:

Un potere di iniziativa attribuito a tutti i cittadini e gli attori che vivono la Città di poter presentare progetti di intervento pubblico relativamente a una determinata questione, che vengano calendarizzati direttamente in Consiglio comunale qualora soddisfino determinati parametri di accesso. I processi partecipativi che verranno avviati in seguito ai progetti presentati, dove avranno priorità di realizzazione quelli che presentino determinate caratteristiche relativamente all’oggetto dell’intervento e al luogo della sua realizzazione, dovranno svolgersi secondo questi principi fondamentali:

  • uguaglianza e inclusione dei partecipanti, con inclusività delle procedure di attuazione che assicurano la piena parità di espressione di tutti i punti di vista e di eguaglianza nell’accesso;

  • imparzialità del processo, con la gestione affidata a un soggetto neutrale e imparziale e sempre attraverso modalità di gestione che assicurano neutralità e imparzialità;

  • informazione e comunicazione ai partecipanti, con azioni per diffondere al massimo le informazioni relativamente al caso in esame tra tutti i cittadini sia prima dell’inizio del processo partecipativo, sia durante e soprattutto dopo, definendo precisamente anche l’oggetto del percorso in modo preciso e con tempi certi di svolgimento;

  • dialogo e struttura, attraverso strumenti e metodologie partecipative specifiche (es. World Cafè, Open Space Technology, European Awareness Scenario, Town Meeting, Focus Group etc.) congruenti con le finalità del processo e del contesto in cui si svolge.

  • empowerment, ovvero una reale capacità da parte del processo partecipativo e dei suoi partecipanti di poter influenzare effettivamente la decisione finale che il Comune dovrà prendere.

REFERENDUM CITTADINO:

Ridefinire e potenziare lo strumento del referendum cittadino per un maggiore utilizzo e praticabilità a seconda della questione da trattare. Un tipo di Referendum Cittadino che però si ispiri al modello adottato nello Stato dell’Oregon in America, ovvero il “Citizens Initiative Review” piuttosto che il tradizionale utilizzo che ne viene fatto. Una metodologia che prevede il coinvolgimento iniziale di un selezionato gruppo di cittadini che sia rappresentativo della popolazione cittadina, che dialogano e si confrontano tra loro in merito a una determinata questione e successivamente procedono all’elaborazione di un documento finale che contenga tutti i punti di vista e le differenti opinioni emerse. Questo documento viene infine diffuso massicciamente alla cittadinanza nel suo complesso in modo da creare delle opinioni informate nei cittadini prima che questi votino al Referendum Cittadino.

Gianmaria Marchetta

Vincenzo Martines