Per quanto concerne l’impegno profuso dalla V Commissione in merito alla riforma degli enti locali, di particolare rilevanza è l’istituzione delle UTI, le Unioni dei Comuni. Nate con la Legge regionale 12 dicembre 2014, n. 26, si tratta di una nuova forma di aggregazione comunale, presente solo nella nostra Regione, che prevede il trasferimento di funzioni provinciali e regionali ai Comuni per il loro esercizio in forma associata: un notevole passo avanti verso un obiettivo di semplificazione burocratica, che ha comportato anche la soppressione delle Comunità montane e l’istituzione delle Assemblee di comunità linguistica. La finalità è quella di risparmiare nella gestione della macchina amministrativa e rendere più efficienti i servizi ai cittadini, come da altri esempi virtuosi.
Solo in Friuli Venezia Giulia i sindaci, oltre a fare quello che sempre hanno fatto, potranno unirsi per gestire il territorio. Un’area vasta capace di creare sviluppo e lavoro.
Con la Legge regionale 17 luglio 2015, n. 18, volta a riformare la finanza locale, abbiamo realizzato un sistema integrato Regione – Autonomie locali, per cui la Regione, i Comuni, le Unioni territoriali intercomunali costituiscono un unicum in termini di risorse ed obiettivi, con la previsione del compito della Regione di assicurare l’unitarietà della finanza pubblica, in particolare in questo momento di risorse calanti.
Il tutto, in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione, che consenta un’autonomia di gestione e di spesa agli enti più vicini al cittadino, per questo più consapevoli delle sue esigenze.
Un’altra tappa fondamentale in questo procedimento di semplificazione a vantaggio del cittadino è rappresentata dalla Legge regionale 9 dicembre 2016, n. 20, che ha portato alla soppressione delle Province del Friuli Venezia Giulia, una soppressione dovuta alla convinzione che la gestione dell’area vasta spetti ai sindaci riuniti. Abbiamo progettato quindi un territorio in cui la Regione legifera e i sindaci gestiscono il territorio.
Da ricordare, infine, anche la Legge regionale 5 dicembre 2013, n. 19, che ha modificato la disciplina delle elezioni comunali, introducendo il divieto di terzo mandato per i sindaci, l’introduzione della doppia preferenza di genere e di una giornata unica (domenica) per lo svolgimento delle elezioni amministrative.

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